Dipartimento
di matematica del Liceo Anco Marzio (Prof. Roberto Flaiban, prof.ssa
Sandra Baldascino e prof.ssa Daniela Ficicchia)
In ambito
educativo, con scuola capovolta o insegnamento capovolto o classe
ribaltata ci si riferisce a una forma di apprendimento che ribalta il
sistema di apprendimento tradizionale fatto di lezioni frontali, studio
individuale a casa e interrogazioni in classe, con un rapporto
docente-allievo piuttosto rigido e gerarchico. L’insegnamento capovolto
nasce dall’esigenza di rendere il tempo-scuola più produttivo e
funzionale alle esigenze di un mondo della comunicazione radicalmente
mutato in pochi anni. La rapida mutazione indotta dalla diffusione del
web ha prodotto un distacco sempre più marcato di una grande parte del
mondo scolastico dalle esigenze della società, dalle richieste del mondo
delle imprese e dalle abilità e desideri degli studenti e delle loro
famiglie. Si è osservato anche che gli interessi degli studenti nascono e
si sviluppano, ormai, sempre più all’esterno dalle mura scolastiche.
L’insegnante trova sempre più complesso sostenere l’antico ruolo di
trasmettitore di cultura perché il web si presta per tale scopo in modo
molto più completo, versatile, aggiornato, semplice ed economico.
Un'idea di cosa si intende per Flipped Classroom la possiamo trovare in
rete su una pagina dell'Università di Cagliari dipartimento di
Pedagogia, Psicologia, Filosofia: Flipping.
Vogliamo quindi provare questo nuovo metodo di insegnamento che da
qualche anno ha iniziato a diffondersi tra coloro che si occupano di
innovazione didattica. Ringraziamo il collega CLAUDIO MARCHESANO,
docente presso l'IIS Federico Caffé di Roma, che ci ha raccontato
questa esperienza positiva provata in aula con i suoi allievi fornendoci
lo spunto per far nascere queste pagine. Infine risulta interessante il
seguente modello per strutturare una lezione proposta sul sito
Orizzontescuola.it: Piano attivitàDivideremo i materiali in classi a cui faremo riferimento per indicare agli allievi il lavoro da eseguire a casa:
MATEMATICA
FISICA
Il metodo della Flipped Classroom (letteralmente “insegnamento capovolto”) trasferisce la responsabilità dell’apprendimento dal docente agli studenti. Quando gli studenti hanno il controllo su come apprendono i contenuti, sul ritmo del loro apprendimento, e su come il loro apprendimento viene valutato, l’apprendimento appartiene a loro stessi. Gli insegnanti diventano guide per comprendere i fatti piuttosto che semplici dispensatori, e gli studenti diventano discenti attivi piuttosto che contenitori di informazioni.
La lezione frontale è ancora uno strumento prezioso per gli insegnanti in alcuni casi. Attraverso la Flipped Classroom non la si vuole eliminare ma si vuole spostare questo strumento in un differente momento rispetto alla tradizionale lezione in aula. Piuttosto che fare affidamento sulla lezione ex cathedra, semplicemente si utilizza -quando lo si ritiene opportuno- il metodo della “Lezione Capovolta” per aiutare a raggiungere un obiettivo di apprendimento.
Per esempio, si supponga una lezione in cui gli studenti ad un certo punto dovranno utilizzare un file di tipo Excel per una media statistica dei propri dati che calcoli pure una misura di variabilità più complessa . Idealmente hanno raccolto i dati in un ambiente “real-world”, tabelle in genere, con metodi di apprendimento collaborativo basati sull’indagine (questionari). Molto probabilmente gli studenti avranno bisogno di istruzioni dirette su come fare il calcolo della varianza. Si potrebbe impiegare tempo prezioso in classe affinchè tutti con il proprio pc o tablet facciano il calcolo e si dovrà seguire un singolo studente passo-passo, con alcuni studenti annoiati e alcuni studenti rimasti indietro. È necessario fermare l’intera classe e aiutare gli studenti che hanno perso un passaggio. Poi un giorno, settimana o mese dopo, sarà necessario passare attraverso la procedura di nuovo per ricordarla agli alunni.
Oppure si potrebbe creare un semplice video di cinque minuti che mostra la procedura per immettere i dati ed eseguire una misura statistica. Questo è un tutorial permanentemente archiviato. Gli studenti avanzati non avranno mai bisogno di guardare nuovamente il video. Tutti gli altri studenti possono ri-guardare il video, se necessario. Ora, c’è più tempo in classe per la raccolta dei dati, la collaborazione e l’applicazione.
Nella Classe Senza Lezioni Frontali, vi è un trasferimento attivo e intenzionale di alcune informazioni al di fuori della classe con l’obiettivo di liberare il tempo per fare un uso migliore dell’interazione a scuola. Il tempo d’aula è dilatato a favore di buone pratiche come il cooperative learning, la peer education o il problem solving. Si aprono spazi per la personalizzazione della didattica.
Il trasferimento di informazioni richiede in genere l’uso di tecnologie come il podcasting o lo screencasting o il videoediting sino alla più semplice costruzione di un blog. Gli studenti hanno accesso immediato e facile a qualsiasi argomento quando ne hanno bisogno, lasciando all’insegnante maggiori opportunità di arricchimento delle capacità degli studenti.
A
questo punto vorrei prendere da esempio un interessante articolo della
prof.ssa Stefania Della Sciucca che ha sperimentato la flipping in un
istituto di Mantova "Il Mantegna":
Il
mio punto di partenza, e credo anche quello di molti miei colleghi, è
che in genere si insegna al gruppo medio degli alunni, poi ci sono
quelli che assolutamente non riescono a seguire e quelli che
inevitabilmente si annoiano, perché sono ad un livello più alto. Il 90%
del tempo classe viene speso per presentare contenuti e ripeterli,
mentre soltanto il 10% è dedicato alla riflessione, alla rielaborazione,
all’applicazione.
Il metodo tradizionale e la Flipped Classroom a confronto in relazione alla tassonomia di Bloom
Con
la Flipped Classroom si libera il tempo classe dai contenuti e lo si
dedica completamente a lavori di gruppo in cui i ragazzi applicano i
concetti appresi mentre l’insegnate, non più in cattedra, ha tempo di
lavorare con ciascun gruppo, o anche individualmente a seconda dei
bisogni, diventando accompagnatore, facilitatore dei processi di
apprendimento.
In
Figura sopra compare la tassonomia di Bloom e in essa si evidenzia,
anche a livello pedagogico, quale sia l’enorme vantaggio della Flipped
Classroom. Con il metodo tradizionale gli alunni devono mettere in gioco
le abilità cognitive più elevate (applicare, analizzare, valutare,
creare) quando sono a casa, da soli; mentre in aula sono richieste
quelle più basse (ricordare, comprendere). Con la Flipped Classroom
accade esattamente il contrario, con il valore aggiunto che in classe
gli studenti hanno l’aiuto dell’insegnante.
Un
altro aspetto per cui vale la pena invertire la classe è che con questa
metodologia l’attenzione è centrata sugli studenti che vengono messi di
fronte alla responsabilità del loro apprendimento. Sono responsabili
della visualizzazione delle video-lezioni a casa, della raccolta di
appunti (possono farlo senza problemi perché il video si può fermare,
far ripartire e rivedere all’infinito), della preparazione delle
domande inerenti gli argomenti trattati. Sono responsabili della
collaborazione con l'insegnante che è in classe a loro disposizione, per
aiutarli. E’ evidente che non si può costringere nessuno ad imparare,
ognuno deve accettare questa responsabilità da solo, tuttavia la Flipped
Classroom mette lo studente alle strette, eliminando molti alibi.
Il
metodo consente di seguire la lezione secondo i propri tempi e
soprattutto in ogni luogo (basta uno smartphone): uno straordinario
strumento per tutti i tipi di bisogni educativi. Un altro grande
beneficio è che aumenta l’interazione sia tra studenti sia tra studenti
ed insegnante. Gli studenti collaborano e si aiutano vicendevolmente e
una volta compreso che l’insegnante è una guida al loro apprendimento e
la usano, attuano l’essenza della Flipped Classroom. Il metodo consente
una reale differenziazione perché l’insegnante usa la maggior parte del
suo tempo aiutando ciascuno secondo i bisogni; supera il problema
dell’assenza dell’alunno perché le lezioni sono on-line, ma anche quella
dell’insegnante perché i ragazzi possono vedere la lezione in classe
con il supplente. Infine, nell’ottica della trasparenza e della
valutazione del lavoro dell’insegnante, di cui c’è un disperato bisogno,
la Flipped Classroom apre le porte della classe ai genitori degli
alunni iscritti e di quelli che stanno decidendo di farlo, ai colleghi
per un proficuo scambio di idee e per la reciproca crescita
professionale, al dirigente scolastico per un costante controllo, alla
società in generale perché si recuperi la fiducia nell’istituzione
scolastica.
Esposizione della sperimentazione nella nostra scuola
Abbiamo
sperimentato la Flipped Classroom in due classi del Liceo "Anco
Marzio": I B e I E (sezione Aureus) per l'insegnamento della
matematica.
Gli
alunni ai quali abbiamo proposto il progetto hanno reagito in modi
diversi, riconducibili a tre categorie: quelli disposti a mettersi in
gioco, quelli indifferenti e quelli contrari a prescindere. Questa
suddivisione rispecchia in parte anche i gruppi classe: la classe che ha
subito accettato la sfida è stata quella che ho coordinato. Un’altra
classe si è mostrata dopo poco contraria, tanto da chiedere ai
rappresentanti di classe di farsi portavoce del loro dissenso in
consiglio di classe.
Come
suggerito da molti formatori, potrebbe essere utile inviare a casa una
lettera di presentazione della metodologia didattica, in modo da
informare e coinvolgere tutti. La richiesta di attuare il progetto è
infatti stato solo in sede di collegio docenti e non ai genitori ed agli
allievi.
Da
quest'anno quindi coinvolgeremo nella decisione gli allievi e le
famiglie tramite lettere apposite o presentate durante la scelta della
classe o inviate direttamente ai genitori.
Per
attuare la Flipped Classroom abbiamo fatto uso di questo blog. Ho anche
dovuto acquisire qualche competenza nella realizzazione di
video-lezioni. Di queste ne ho realizzate poche però in quanto visto il
numero di cui ne avevo bisogno era molto più facile trovarne di adatti
nella rete. A tal fine ho utilizzato una semplice videocamera con la
possibiità di poter poi caricare i filmati su you-tube. Ho aperto
infatti un canale YouTube e ho pubblicato i video.
Oltre
i video per quest'anno scolastico 2016/2017 abbiamo deciso di non
adottare il libro cartaceo e di utilizzare solo dei pdf (lunghi non
oltre le 40 pagine) in modo da dividere il programma in moduli
relativamente ai gruppi di video scelti.
L’obiettivo
del prossimo anno sarà quello di introdurre la valutazione delle
attività, valutando anche saper fare domande ad dopo aver visualizzato i
video o infine il raccoglimento di schede di lavoro presentate in
classe.
Dal
punto di vista dell’organizzazione degli spazi, la gestione è stata
abbastanza difficoltosa. La disposizione tradizionale dell’aula va bene
per una didattica di tipo trasmissivo, non certo per la Flipped
Classroom che richiede di lavorare in gruppo. Spostare i banchi tutte le
volte che si entra in classe, implica spreco di tempo oltre che
innescare grande confusione. Non ho quindi modificato l’assetto della
classe, lasciando che gli studenti lavorassero tra vicini di banco o a
gruppi di due o tre.
Quando
si decide di utilizzare una metodologia didattica, la scelta di
perseverare è guidata dai risultati ottenuti: se la metodologia è
vincente, sarà più facile ricorrervi. Nel caso della mia sperimentazione
i risultati in termini di voti ottenuti dagli studenti sono
parzialmente significativi. Collaborazione, concentrazione, parlare con
tono di voce adeguato per non disturbare gli altri, chiedere l’aiuto
dell’insegnate sono tutti atteggiamenti necessari, ma faticosi da fare
attuare. I ragazzi non sono abituati a lavorare in classe e non è
scontato che lo facciano semplicemente perché l’insegnante ha proposto
loro qualcosa di nuovo e ha fatto spostare i banchi.
Trattandosi
di una metodologia didattica fortemente inclusiva, doverose sono le
considerazioni relative agli studenti con DSA che ho avuto. Per l’intero
anno scolastico questi mi pare lavorino con profitto e serenità, con
solo parziale utilizzo di strumenti compensativi o dispensativi.
La
metodologia didattica che ho scelto di sperimentare è complessa e
faticosa ma le potenzialità per migliorare la qualità della didattica e
rispondere alle esigenze degli studenti sono evidenti. Le attività che
si svolgono in classe stimolano i ragazzi, quale che sia la disciplina,
ad utilizzare competenze alte del pensiero e per tale motivo considero
la Flipped Classroom un ottimo strumento di lavoro. E’ evidente che un
solo vero anno di sperimentazione, per di più in una sola disciplina,
non sia sufficiente per valutare se la sia una metodologia didattica
vincente. Per quanto mi riguarda porterò avanti il progetto sulle stesse
classi anche il prossimo anno, ma sarebbe necessario estenderlo a tutte
le materie di studio, almeno su una classe, per poter pienamente
evidenziarne i vantaggi. Fortunatamente ad oggi sono stato coinvolto
anche in un progetto PON di rafforzamento di competenze di base e quindi
sarà possibile sperimentare la bontà di tale metodologia mettendola a
confronto con altre classi.
In Italia se ne sono occupati:
Graziano Cecchinato (graziano.cecchinato@unipd.it), ricercatore in pedagogia sperimentale, svolge alcuni insegnamenti per la Facoltà di Scienze della formazione e Psicologia dell’Università di Padova.
http://prezi.com/x1cwlt_lx3bn/flipped-classroom-commentata/
Seminario ADi “Il fascino indiscreto dell’innovazione”
Giovanni Bonaiuti (g.bonaiuti@unica.it ), ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Pedagogiche e Filosofiche dell’Università di Cagliari. Si occupa di metodi e tecniche della didattica e, in particolare, di tecnologie per l’insegnamento e l’apprendimento.
http://people.unica.it/gbonaiuti/flipping-the-classroom/
Alcuni altri riferimenti utili in lingua inglese:Graziano Cecchinato (graziano.cecchinato@unipd.it), ricercatore in pedagogia sperimentale, svolge alcuni insegnamenti per la Facoltà di Scienze della formazione e Psicologia dell’Università di Padova.
http://prezi.com/x1cwlt_lx3bn/flipped-classroom-commentata/
Seminario ADi “Il fascino indiscreto dell’innovazione”
Giovanni Bonaiuti (g.bonaiuti@unica.it ), ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Pedagogiche e Filosofiche dell’Università di Cagliari. Si occupa di metodi e tecniche della didattica e, in particolare, di tecnologie per l’insegnamento e l’apprendimento.
http://people.unica.it/gbonaiuti/flipping-the-classroom/
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